Con un click sul cellulare possiamo aprire il cancello di casa, chiamare un amico o ordinare quella felpa che ci piace tanto.
Ma tutto questo ha un caro prezzo (al di là di quello economico) che nessuno ci ha mai spiegato.
Circa 2 anni fa, ho comprato una standing desk (una di quelle comodissime scrivanie elettriche che ti permettono di lavorare sia da in piedi che da seduto) e una fantastica sedia per la mia postazione di lavoro, con un cuscino poggia testa magnetico (che sta su senza spaghi).
Nello stesso periodo, passato l’entusiasmo di una “nuova postazione”, ho iniziato a notare che:
- faticavo sempre di più a concentrami;
- iniziavo a soffrire di mal di testa continuamente;
- mi sentivo sempre più stanco, faticando a lavorare per più di 2-3 ore di fila (cosa che fino a poco prima facevo senza battere ciglio).
La cosa strana era che non avevo cambiato nulla nella mia vita: facevo lo stesso lavoro, negli stessi orari, mi allenavo come sempre… avevo solo una sedia e una scrivania diverse.
Ancora non lo sapevo, ma con questo piccolo e semplice cambiamento, aveva bussato alla mia porta il mondo dei campi elettromagnetici artificiali.
Cosa sono i campi elettromagnetici?
L’argomento è talmente vasto e dettagliato da essere materia di diversi corsi universitari, pertanto, onde evitare di scrivere un’enciclopedia, mi limiterò a dare un’idea di base (particolarmente semplicistica) che possa permettere la comprensione delle informazioni che nessuno ci ha mai condiviso.
Rimando un approfondimento ad un eventuale prossimo articolo qualora la questione dovesse suscitare interesse (si trovano inoltre ottimi video youtube ed estratti PDF di corsi universitari in merito, che ti consiglio di consultare se sei interessato ad approfondire).
Quello rappresentato in questa immagine (gentilmente offerta da freepik) è lo spettro elettromagnetico, e cioè la totalità dei campi elettromagnetici attualmente conosciuti dall’uomo.
L’ingrandimento fatto sul “Visible Spectrum” (spettro del visibile) non è che uno zoom su quella fascia dei campi elettromagnetici che l’occhio umano è in grado di percepire (cioè vedere, per lo meno nella maggior parte di noi).
Come avrai notato, si tratta di una minima parte dello spettro elettromagnetico, che nella sua interezza invece va dai raggi gamma fino alle onde radio. Il concetto chiave qui è che anche se non lo vediamo, ESISTE “un mondo di cose” nell’invisibile (cioè prima del viola, onda elettromagnetica più piccola che il nostro occhio è in grado di percepire, e dopo il rosso, onda più grande che il nostro occhio è in grado di percepire).
Può sembrare strano, ma è relativamente facile da capire… per i più scettici: se state leggendo questo articolo, lo state facendo da un dispositivo connesso a una rete internet, e con tutta probabilità, questa connessione sta avvenendo senza cavo. Il che significa che il vostro dispositivo è invisibilmente connesso mediante un qualcosa che la scienza ha classificato con il nome di “onde elettromagnetiche”, un mondo – in gran parte non materiale – che esiste, ma che pochi ci raccontano.
Entrando nel merito, il campo elettrico è generato dalla presenza di cariche elettriche (tensione), mentre il campo magnetico nasce dal movimento di queste cariche (corrente). I campi elettrici possono esistere anche quando un dispositivo è spento, ma collegato alla rete elettrica, mentre i campi magnetici si manifestano solo quando il dispositivo è acceso e la corrente fluisce. In entrambi i casi, l’intensità dei campi si riduce man mano che ci si allontana dalla sorgente.
Un semplice esempio è una lampada domestica: se la lampada è collegata alla presa ma spenta, esiste comunque un campo elettrico misurato in volt per metro (V/m). Quando la lampada viene accesa, la corrente che scorre nel cavo crea un campo magnetico, misurato in micro-Tesla (µT) o milli-Gauss (mG), che si aggiunge al campo elettrico già presente.
Avendo chiarito la distinzione tra campo elettrico e campo magnetico, possiamo ora definire il campo elettromagnetico un fenomeno in cui i campi elettrico e magnetico coesistono e sono strettamente legati tra loro, formando un’unica entità fisica.
Alle basse frequenze, come quelle degli elettrodotti, i campi elettrico e magnetico possono essere considerati separatamente. Tuttavia, alle alte frequenze, come quelle utilizzate nella telefonia, i due campi sono così interconnessi che vengono trattati come un unico campo elettromagnetico.
Questa unità fisica chiamata “campo elettromagnetico” non è esclusivamente generata da cariche elettriche in movimento nei nostri circuiti di casa, bensì anche da altre fonti quali, tra le più importanti per la comprensione di questo articolo, cellulari, ripetitori della telefonia e radio.
Ribadisco che questa spiegazione semplicistica è limitata al contesto dell’articolo, ma i campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici sono presenti ovunque intorno a noi, anche se non sono visibili all’occhio umano. I campi elettrici possono formarsi nell’atmosfera a causa dell’accumulo locale di cariche elettriche, ad esempio durante i temporali. Il campo magnetico terrestre, invece, orienta l’ago della bussola verso nord e sud, e viene sfruttato da uccelli e pesci per orientarsi durante la migrazione; ecc.
I campi elettromagnetici si dividono poi in naturali e artificiali. In questo articolo tratteremo solo di quelli artificiali, lasciando la discussione di quelli naturali ad un prossimo sequel.
Per maggior comprensione di quanto segue, ti lascio una rappresentazione di cosa si intende con frequenza, oscillazione, lunghezza d’onda e ampiezza:
(Hertz è l’unità di misura della frequenza, inversamente proporzionale alla lunghezza d’onda)
Cosa c’entra tutto questo con la mia postazione di lavoro? ..Gli esperti si dividono.
Questo calo di prestazioni lavorative e di benessere poteva avere solo 2 origini:
- mi stavo ammalando di un qualcosa a me ignoto;
- quella piccola modifica che avevo fatto nel mio ambiente lavorativo stava avendo su di me effetti inaspettati.
Volendo escludere la prima opzione, ho iniziato a pormi domande come “avere una scrivania attaccata alla corrente fa male?” “avere dei magneti nel cuscino su cui poggi la testa è dannoso?”, e con grande stupore, ho trovato 2 grandi partiti:
- gli studiosi che dicevano che i campi elettici, magnetici ed elettromagnetici prodotti da elettrodomestici, televisori, wifi, ecc. NON sono dannosi in quanto parte delle radiazioni non ionizzanti;
- gli studiosi che spiegano come, pur essendo radiazioni non ionizzanti, l’esporsi continuamente nel tempo (come ci accade oggigiorno, vista la natura tecnologica della nostra società), è deleterio e porta a conseguenze gravi.
Nota:
Le radiazioni ionizzanti sono onde elettromagnetiche a più alta frequenza, come i raggi cosmici, gamma e X, che possiedono energia sufficiente per rompere i legami molecolari, causando danni al DNA delle cellule. I CEM (campi elettromagnetici) a bassa frequenza, come quelli generati dagli elettrodotti a 50 Hz o dalle stazioni radio per telefonia mobile e dai sistemi Wi-Fi, rientrano invece nelle radiazioni non ionizzanti, le quali non hanno abbastanza energia per spezzare direttamente i legami tra le molecole.
(immagine presa da https://commons.wikimedia.org/)
Nota: Avrai probabilmente notato che lo spettro elettromagnetico di questa immagine è ribaltato rispetto a quello dell’immagine precedente. Questo è fatto volutamente per “allenarti” a fare attenzione in quanto si trovano rappresentazioni in entrambe le direzioni (sia sui libri che su internet), ed è bene abituarsi a controllare la direzione prima di trarre conclusioni.
Tornando al dibattito tra gli studiosi, in poche parole i primi dicevano “questi campi elettromagnetici sono come un fiumiciattolo, non essendo un fiume in piena non hanno forza per far male”, mentre il secondo gruppo ribatteva “certo, non è un fiume in piena e quindi non ti fa male oggi, ma se fai cadere una goccia al secondo sulla fronte di una persona per 24h al giorno, per anni della sua vita, ad un certo punto ti trovi con un buco!” (come nella famosa tortura cinese della goccia).
Incuriosito da questa dualità, e assetato di una soluzione al mio problema, ho proseguito le mie ricerche, e i risultati che ho trovato sono stati talmente significativi da portarmi non solo ad apportare modifiche alla mia scrivania e postazione lavorativa, bensì cambiare totalmente il mio modo di interagire con la tecnologia (nonché suggerire lo stesso ai miei cari).
Questa è stata un’introduzione a quanto sto per illustrare, ma prima di andare al sodo, ci tengo a fare alcune premesse:
- in origine, ho iniziato a scrivere questa ricerca per presentarla ai miei familiari (e così ho fatto), ma successivamente ho iniziato a provare un forte senso di angoscia nel sapere che la maggior parte dei miei amici e delle persone al mondo non ha la minima idea di ciò, e ho voluto creare un canale per condividere quanto scoperto.
- non sono uno scienziato né un dottore o un’istituzione, bensì un appassionato che ha effettuato delle ricerche e condivide ciò che ha trovato. Quanto segue ha solo scopo informativo e potrebbe contenere inesattezze e/o errori. Questo “articolo” vuole essere una scintilla che accende la consapevolezza delle persone in questo campo, poi ognuno è libero di procedere come ritene opportuno, facendo le proprie ricerche!
- non voglio fare allarmismo: sono fermamente convinto che la tecnologia NON è il male, bensì uno strumento, che però sembrerebbe non esserci stato spiegato trasparentemente.
I campi elettromagnetici emessi da cellulari, wifi, ecc fanno male?
Veniamo al sodo. Come dicevo prima, gli esperti si dividono in 2 categorie, ma mi è apparso sempre più evidente che la maggior parte degli studi che reputavano i campi elettromagnetici relativamente innocui provengono dalle aziende o servizi che emettono questi campi (o che hanno interessi economici in ballo), mentre la maggior parte di coloro che li ritenevano pericolosi, erano ricercatori indipendenti (e dunque senza interessi economici).
Questo grafico che ho recuperato da uno dei libri di Achille Sacchi, preso da uno studio dell’università di Washington, mostra come la mia teoria non fosse affatto infondata:
Nello spiegare questa questione, il dottor Dr. Eric Berg (ha un fantastico canale YouTube) ha reso noto come, sebbene gli esperti non siano ancora tutti d’accordo sulla questione, le preoccupazioni sono sempre maggiori e ricorda situazioni come:
- l’amianto è stato considerato sicuro dalla scienza per ben 99 anni, prima di essere classificato come tossico;
- gli acidi grassi sono stati considerati “safe” per ben 60 anni;
- fumare è stato considerato non dannoso per 46 anni, prima che la scienza cambiasse opinione.
Ho avuto poi la grande fortuna di imbattermi in bioinitiative.org, un sito fatto da ricercatori indipendenti che, a seguito dei loro studi, hanno iniziato a preoccuparsi realmente per la salute del genere umano e hanno condiviso tutti i risultati (dati che vanno dagli anni 90 a oggi).
Le loro ricerche ed esperimenti dimostrano come l’esposizione a questi campi abbia una chiara correlazione con:
- Effetti sulla riproduzione/infertilità;
- Compromissione di: sonno, tasso di attivazione neurale, memoria, apprendimento, comportamento;
- Alterazione del metabolismo del calcio;
- Tumori cerebrali e barriera emato-encefalica;
- Formazione di proteine da stress, HSP (proteine da shock termico), e alterazione della funzione immunitaria;
- Danno ossidativo/ROS/danno al DNA/fallimento nella riparazione del DNA;
- Cancro (diverso da quello cerebrale), proliferazione cellulare;
- Problemi: cardiaci, al muscolo cardiaco, alla pressione sanguigna, alle funzioni vascolari.
(tutti problemi largamente presenti nella società moderna, strano?)
Per dare un riferimento, questi sono alcuni dei danni rilevati ai seguenti valori di campo elettromagnetico a bassa intensità, e i relativi studi da cui sono tratti:
- [valore di campo elettromagnetico in μW/cm2] —> [effetto rilevato] (Nome dello studio, Anno)
- 0.00034 μW/cm2 —> L’esposizione cronica alle radiofrequenze pulsate dei telefoni cellulari ha ridotto significativamente il numero di spermatozoi (Behari, 2006)
- 0.0006 – 0.0128 μW/cm2 —> Affaticamento, tendenza depressiva, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, problemi cardiovascolari segnalati con l’esposizione al segnale della telefonia cellulare GSM 900/1800 MHz a livello di stazione base [cioè livelli di esposizione tipici che si verificano nell’area di copertura di una stazione base, ovvero nelle vicinanze dei ripetitori]. (Oberfeld, 2004)
- 0.003 – 0.02 μW/cm2 —> Nei bambini e negli adolescenti (8-17 anni) l’esposizione a breve termine ha causato mal di testa, irritazione, difficoltà di concentrazione a scuola. (Heinrich, 2010)
- 0.003 – 0.05 μW/cm2 —> Nei bambini e negli adolescenti (8-17 anni) l’esposizione a breve termine ha causato problemi di condotta a scuola (problemi comportamentali). (Thomas, 2010)
- 0.2 – 8 μW/cm2 —> Le RFR (radiazioni a radiofrequenza) hanno causato un aumento doppio della leucemia nei bambini. (Hocking, 1996)
- 1.0 μW/cm2 —> Le radiazioni a radiofrequenza (RFR) hanno indotto una perdita patologica della barriera emato-encefalica. (Persson, 1997)
- 6 μW/cm2 —> Le radiazioni a radiofrequenza (RFR) hanno indotto danni al DNA nelle cellule. (Phillips, 1998)
- 60 μW/cm2 —> Le radiazioni a radiofrequenza pulsate (RFR) hanno influenzato la funzione immunitaria nei globuli bianchi. (Stankiewicz, 2006)
- ecc ecc ecc
Ho effettuato alcune misure su dispositivi che fanno parte della nostra vita, per paragonare i livelli di emissione con quelli degli studi di cui sopra.
Ci tengo a precisare che il dispositivo utilizzato, seppur di alta gamma tra quelli “amatoriali”, non ha una precisione paragonabile a quelli professionali. I valori ottenuti dunque, sono ottimi per darci un’idea dei campi ai quali siamo esposti, ma non sono da considerarsi perfetti al millesimo.
MISURE DI CAMPO ELETTROMAGNETICO:
Questi sono i valori emessi da un cellulare:
Note:
- I valori del mio misuratore sono espressi in mW/m^2, che convertiti in μW/cm^2 (unità di misura dei valori degli studi sopra riportati) corrispondono a:
- 4,69 mW/m^2 = 0,469 μW/cm^2
- 175,5 mW/m^2 = 17,55 μW/cm^2
- per riferimento, il valore in cui si inizia a registrare una riduzione significativa degli spermatozoi per esempio, è 0,00034 μW/cm^2
- nella prima foto ho messo quello che è stato approssimativamente il picco minimo, nella seconda foto quello approssimativamente massimo (sono screenshot di un video che ho fatto);
- i più attenti noteranno che ho sia bluetooth, wifi e dati mobili accessi, per simulare la condizione di molte persone che lasciano sempre tutto accesso. Nonostante ciò, nelle mie esperienze ho notato che il bluetooth è la componente che influisce meno (dai valori minori) e i dati mobili sono invece la componente che influisce maggiormente. Detto questo, una volta attivati, l’intensità delle emissioni varia a seconda dell’utilizzo del telefono, del modello di dispositivo e della distanza dall’emittente del segnale (che sia un’antenna di telefonia o il router Wi-Fi). Queste variabili determinano picchi più alti o più bassi, che a una distanza di circa 5-6 cm dal telefono corrispondono ai valori riportati in precedenza;
- sebbene i valori rilevati varino parzialmente di cellulare in cellulare (e modello in modello), questa rilevazione ci dà una buona stima dei valori ai quali siamo esposti quotidianamente (quelli di altri dispositivi come computer, tablet, ecc hanno valori relativamente simili, che variano in base al modello, alla potenza delle antenne al loro interno e ad altre variabili).
Questi sono i valori emessi da un router wifi:
Note:
- I valori sono in mW/m^2, che convertiti in μW/cm^2 (unità di misura dei valori degli studi sopra riportati) corrispondono a:
- 31,99 mW/m^2 = 3,199 μW/cm^2
- 107,2 mW/m^2 = 10,72 μW/cm^2
- per riferimento, il valore in cui si inizia a registrare una riduzione significativa degli spermatozoi per esempio, è 0,00034 μW/cm^2
- nella prima foto ho messo quello che all’incirca è stato il picco minimo, nella seconda foto quello all’incirca massimo (sono screenshot di un video che ho fatto);
- la distanza di rilevazione era approssimativamente 8-10 cm;
- Router di diversa potenza e tipologia hanno valori ben differenti; ancora una volta, queste rilevazioni servono solo a darci un’idea;
- Ho nascosto la marca del router in quanto ha relativamente poca importanza, quello che conta maggiormente è la scheda tecnica dello stesso. In questo caso, si tratta di un classico router domestico (non eccezionalmente potente), quindi una buona stima di quello che probabilmente anche tu hai in casa.
- Sebbene i valori non si discostino molto da quelli misurati sul cellulare precedentemente mostrato, in realtà nelle misurazioni ho notato che i valori del router wifi tendono a mantenere una media più alta rispetto al cellulare (specialmente in stand by). Questo è dovuto al fatto che più il cellulare si trova in una zona in cui “non prende”, e più si deve “sforzare” di raggiungere l’emittente, aumentando di conseguenza il campo elettromagnetico (questo vale sia per dati mobili che per wifi). Al giorno d’oggi però, è sempre più raro trovarsi in una zona in cui “non prende”, quindi tale fenomeno accade di rado. Pertanto, dormire con un cellulare affianco a noi, per quanto non consigliabile, risulta meno pericoloso di dormire con un router affianco a noi!
MISURE DI CAMPO ELETTRICO:
Sebbene questo articolo sia focalizzato principalmente sui campi elettromagnetici, nella nostra vita sono fortemente presenti anche i campi elettrici, che possono portare a problematiche simili (erano ciò che emetteva la mia scrivania che mi ha fatto sentire poco bene, e quindi scoprire questo mondo).
Dunque, pur non avendo approfondito questa questione, nel materiale che ti condividerò a fine articolo, ho incluso una tabella che racchiude i valori “consigliati” per preservare il benessere che contiene anche quelli di campo elettrico.
Pertanto, per darti un’idea dei valori di emissione di alcuni dispositivi (per consentirti il paragone pratico con i valori consigliati), ho incluso anche delle misure di campo elettrico, in V/m.
Questi sono valori di campo elettrico (non elettromagnetico) emessi da un cellulare quando collegato a caricabatterie:
Note:
- come sempre si tratta di un valore che oscilla, e ho incluso 2 screenshot del video che ho fatto, prossimi uno al valore minimo (prima foto) e uno al valore massimo (seconda foto);
- questo valore, essendo derivato dal fatto che il cellulare è attaccato alla corrente, è prossimo allo zero quando il cellulare non è in carica, e anche qui si tratta di un valore simile a quello di altri dispositivi elettronici collgati alla corrente (esclusi quelli dotati di messa a terra).
Questi sono i valori di campo elettrico di una lampada (SPENTA) attaccata alla corrente:
Note:
- nella foto con il valore più alto sembra che stia toccando la lampada, ma in realtà è una questione di prospettiva. Ci sono vicino (circa 5cm), ma non la sto toccando. Ci tengo a precisarlo in quanto quando si effettuano le misure, essere troppo vicini potrebbe portare a delle rilevazioni incorrette per una questione di “campo vicino” e “campo lontano” (qualora ti farebbe piacere un articolo che vada ad approfondire il tema, fatemelo sapere nei commenti);
- i valori di campo elettrico sono simili anche a lampada accesa.
- ancora una volta, ho incluso 2 screenshot del video che ho fatto, prossimi uno al valore minimo (prima foto) e uno al valore massimo (seconda foto);
Questi sono i valori della mia amata scrivania quando attaccata alla corrente:
Note:
- il primo è un valore registrato in prossimità della scrivania, mentre gli altri 2 sono registrati mentre la scrivania è in movimento (salita e discesa), e dunque con il rilevatore più prossimo al motorino della scrivania (infatti sto premendo i pulsanti che la fanno muovere);
- anche qui, si tratta di valori che oscillano, e quelli riportati sono quelli più prossimi ai picchi minimi e maassimi.
(per altro, questi valori sono molto simili a quelli della pianola [tastiera] di mio fratello – prima che gli creassi una messa a terra dedicata, che ha risolto il problema)
Cosa dice la legge italiana in merito?
La legge italiana, se confrontata a quella di altri stati dell’unione europea, è sempre stata molto cautelativa in materia (anche se meno di quella della Svizzera Italiana per esempio), e fino al 2022, seguiva i limiti imposti dal DPCM 8/7/03:
Note:
- I limiti di legge italiani che stiamo trattando si riferiscono alla popolazione generale, non ai lavoratori.
- I limiti sono relativi a frequenze tra 0,1 MHz e 300 GHz.
La tabella può risultate poco chiara a un primo sguardo, ma con un analisi paziente ci si rende conto che denota 3 limiti per 3 contesti diversi:
- un “limite di esposizione” (per la tutela da effetti acuti); limite valido per piazze, strade, ecc;
- un “valore di attenzione” (per la tutela da effetti a lungo termine); limite destinato a tutti quei luoghi in cui si ha un esposizione di almeno 4 ore al giorno (ove sicuramente rientrano le abitazioni);
- un “obiettivo di qualità” (per la minimizzazione dell‟esposizione e precauzione di effetti a lungo termine).
Erano dunque in vigore i seguenti limiti:
- Campo elettrico (E): 6 V/m
- Campo magnetico (H): 0,016 A/m
- Densità di potenza (D): 0,10 W/m²
Con la legge n. 221/2012, legata all’introduzione della tecnologia 4G (LTE), i limiti di esposizione della popolazione alle radiofrequenze sono stati effettivamente aumentati. Infatti, dall’introduzione di tale legge, il valore di 6 V/m non viene più calcolato come media su 6 minuti di rilevazione, come stabilito nel decreto del 2003, ma come media sulle emissioni distribuite nelle 24 ore. Di conseguenza, i picchi superiori a 6 V/m vengono compensati dai valori più bassi registrati, ad esempio, durante le ore notturne, quando l’uso dei cellulari è ridotto.
Questi sono valori ancora ben lontani da ciò che le nuove leggi consentono, ma già allora iniziavano le prime preoccupazioni degli esperti.
Sull’argomento la dottoressa Fiorella Belpoggi, direttrice della ricerca all‟Istituto Ramazzini – Centro di Ricerche sul Cancro “Cesare Maltoni”, raccomandava al Governo: “Occorre modificare il sistema di monitoraggio, in modo che le misurazioni dell‟esposizione ai campi a radiofrequenza nelle abitazioni non vengano più fatte sulla base di una media nelle 24 ore, ma che vengano al contrario eseguite in maniera puntiforme, senza che nell’intera giornata venga superato il limite di 6 V/m”.
Dal 2023 invece, a seguito dell’Art. 10 della legge n. 214 del 30/12/2023, “l’Italia fa un importante passo in avanti per lo sviluppo del 5G”, portando i valori a:
- Campo elettrico (E): 15 V/m
- Campo magnetico (H): 0,039 A/m
- Densità di potenza (D): 0,59 W/m²
(tabella “vecchia” con in rosso i nuovi limiti)
Da subito, oltre 50 scienziati esperti di effetti biologici dei campi elettromagnetici hanno firmato un appello rivolto al Governo Italiano per chiedere di adottare limiti di legge adeguati a proteggere la salute della popolazione, abbassando il limite a 0,6 V/m (anziché alzarlo a 15).
- Ecco l’appello per chi lo volesse approfondire: https://www.isdenews.it/appello-degli-scienziati-per-la-sicurezza-elettromagnetica/
- Valore inoltre promosso e consigliato dal Consiglio d’Europa, che addirittura mira a un 0,2 V/m nel medio termine: Consiglio d’Europa ha concluso all’unanimità con la Risoluzione 1815
Nota:
Potrebbe sembrare che l’appello degli scienziati e la valutazione del Consiglio d’Europa siano mirate solo al campo elettrico in quanto espresso in V/m. Da quanto ho capito nella mia ricerca però, da questo valore lo stato ricava a cascata anche il valore massimo di campo elettromagnetico (o più propriamente, quello di densità di potenza), mediante la seguente formula: D = E2 / 377 W/m2
Applicandola al vecchio valore di V/m per esempio, e volendo calcolare la densità di potenza otteniamo che:
E = 6 V/m
D = 6^2 / 377 = 0,09549 W/m2 —> quindi, arrotondando —> 0,10 W/m2
Applicato ai nuovi valori:
E = 15 V/m
D = 15^2 / 377 = 0,5968 W/m2 —> quindi, arrotondando per difetto —> 0,59 W/m2
Quindi, anche se in tabella non abbiamo un valore propriamente chiamato “campo elettromagnetico”, in seguito ad alcune ricerche in rete, ho scoperto che spesse volte Il limite complessivo per il campo elettromagnetico viene espresso attraverso la densità di potenza (misurata in W/m² o µW/cm²) per diverse ragioni legate a semplicità, efficacia, e praticità nella valutazione dell’esposizione, specialmente quando si trattano frequenze elevate e radiazioni non ionizzanti, come quelle delle telecomunicazioni. Pertanto, i valori di densità di potenza sono ricavati direttamente da quelli di campo elettrico come negli esempi di cui prima.
Dunque, per poter fare un paragone diretto con i valori riportati nei paragrafi precedenti, relativi ai danni biologici misurati dagli scienziati, possiamo dire che il limite italiano per i campi elettromagnetici (più propriamente densità di potenza) è di:
0,59 W/m2 = 59 μW/cm2 = 590 mW/m2
Ciò detto, consiglio al lettore di prendersi il tempo e confrontare alcuni dei valori sopra riportati (quelli di campo elettromagnetico), con i livelli rilevati dagli studi citati e le relative problematiche (e di non accontentarsi di quanto evidenziato in questo articolo, bensì di approfondire facendo le proprie ricerche).
Va sottolineato inoltre che, secondo la legge sopra riportata, i valori limite indicati in tabella si applicano esclusivamente agli impianti fissi, come le stazioni radio base per la telefonia mobile o gli impianti radiotelevisivi. Tuttavia, questi limiti non riguardano i dispositivi mobili, come i telefoni cellulari, per i quali in Italia non esiste una soglia specifica. L’unico riferimento è il limite europeo del SAR, che però viene auto-certificato dalle aziende produttrici dei dispositivi…
Concludo questo paragrafo con questa citazione:
Molti cittadini pensano che alcune Istituzioni pubbliche possano, nonostante tutto, proteggere il cittadino, ma potrebbe non essere proprio così. Infatti, la voglia di deregolamentare il settore con una varietà di norme e di interpretazioni sempre più “larghe” delle stesse è stata ed è, in questo settore, più forte di quella di stabilire dei limiti di legge cautelativi e di farli in qualche modo rispettare.
– Achille Sacchi, tratto dal suo libro “5G, Un esperimento sulla salute di tutti” (ne consiglio la lettura)
Che dispositivi emettono questi segnali?
Sebbene la normativa sembrerebbe mirati solo alle infrastrutture esterne, è bene ricordare che anche per i fortunati che non hanno una casa sotto una piramide dell’altatensione, piuttosto che un’antenna della telefonia, ci sono diverse altre fonti nella nostra vita quotidiana con le quali andiamo a contatto tutti i giorni.
I campi elettrici, derivanti dalla presenza di cariche elettriche (tensione), sono emessi principalmente da qualunque dispositivo collegato alla corrente elettrica, alcuni esempi:
- cellulare in carica;
- lampadina da comodino;
- tutte le luci che abbiamo in casa (che però essendo in alto sul muro, ben distanti dal nostro corpo, generalmente non costituiscono una preoccupazione);
- elettrodomestici;
- ecc.
È bene tenere presente che:
- Questo campo è presente solo quando la presa di tali dispositivi è attaccata alla corrente. Una volta che stacchiamo il dispositivo dalla corrente, generalmente non abbiamo più questo campo;
- Avere una presa dotata di messa a terra fa tutta la differenza del mondo! Sebbene non ci garantisca che il dispositivo che stiamo utilizzando abbia un’emissione prossima agli zero V/m finché attaccato alla corrente, dalla mia esperienza i valori che si misurano con tali prese sono molto più bassi (e talvolta veramente prossimi allo zero). Molti computer portatili per esempio, hanno una presa di questo tipo, il che li porta ad avere un’emissione che tendenzialmente non supera i 2-3 V/m, e quindi possono essere utilizzati senza particolari problemi anche durante la carica. Al contrario, i cellulari, che finora non ho mai visto con presa dotata di messa a terra, è consigliabile evitare di usarli durante la carica!
- Ho notato che, a differenza dei computer, alcuni elettrodomestici hanno un emissione relativamente alta anche se dotati di messa a terra (probabilmente anche a causa dell’usura della presa), ma visto che li usiamo per brevi periodi, personalmente non credo sia il caso di dare priorità a “risolvere” questi (es. aspirapolvere, phon, etc), specialmente considerando le altre fonti di maggior impatto alle quali siamo perennemente collegati.
(attenzione: attaccare un caricatore/filo non dotato di una messa a terra ad un adattatore da muro con messa a terra, non risolve il problema. Creare una messa a terra separata, come citerò in seguito, è invece una soluzione efficace).
Vi lascio un esempio di prese con messa a terra e senza, per imparare a riconoscere la differenza:
PRESEA SENZA MESSA A TERRA:
PRESA CON MESSA A TERRA:
Ci sono 2 tipi di prese con messe a terra:
- le “classiche prese italiane” ma con la terza “gambetta centrale”, che appunto fa da messa a terra;
- le prese schuko (volgarmente dette tedesche).
Infine, è bene notare che vi è una certa presenza di campo elettrico vicino a tutte le uscite di corrente e interruttori che abbiamo in casa, che tende ad essere relativamente basso nelle abitazioni moderne, e molto alto in quelle “vecchiotte” con impianti elettrici meno isolati.
Qui però, entriamo in un discorso complesso e delicato, quindi mi limiterò a dare dei consigli generali non atti a risolvere problematiche date da impianti particolarmente “disastrosi” (e dunque senza cercare di sostituirmi ad un elettricista).
Vi è una forte presenza di questi campi anche in prossimità di “trasporto della corrente”, come per esempio vicino alle famose “piramidi” dell’alta tensione (come menzionato, in questo articolo non approfondirò la questione campi elettrici in maniera super esaustiva, ma con una veloce ricerca in rete di studi su persone che vivono sotto queste piramidi, ti renderai subito conto dell’importanza anche di questo aspetto. Ti consiglio di non limitarti agli studi delle aziende che mettono queste piramidi, ma di cercare fonti come ricercatori indipendenti e testimonianze di persone che hanno vissuto in queste condizioni per periodi prolungati).
Abbiamo poi il campo magnetico che nasce dal movimento di queste cariche (corrente) e quindi sarà presente ovunque questi elettrodomestici saranno in funzione. Per semplicità però, usando la giusta precauzione con il campo elettrico eviteremo in gran parte anche quello magnetico, quindi non lo menzionerò più di tanto.
Il campo magnetico è inoltre generato da altre fonti come i magneti: nello stesso modo in cui può far bene nel caso delle magneto-terapie mirate, può potenzialmente essere un ostacolo al benessere (come nel caso del cuscino magnetico della mia sedia); e dunque anche i magneti vanno trattati con parsimonia!
Infine, abbiamo i campi elettromagnetici, che sono generati da moltissimi dispositivi:
- i nostri cellulari (escluso quando sono in modalità aereo, con bluetooth, wifi, dati mobili e NFC spenti);
- computer e tablet (escluso quando sono in modalità aereo, con bluetooth, wifi, dati mobili e NFC spenti);
- router wifi;
- ripetitori della telefonia;
- radar degli aeroporti e militari (che ovviamente coprono tutto il territorio);
- antenne radio;
- forni a microonde;
- ecc ecc.
Ma quindi, Come possiamo proteggerci?
Prima di andare nel merito di tutte le misure che possiamo adottare per difenderci da queste fonti, vorrei tornare sulla questione che alcuni esperti ritengono che questi campi non facciano male, perchè io per primo ho pensato “perchè mi devo scomodare nel prendere misure preventive quanto non siamo certi che facciano male?”.
È vero che la questione non è ancora unanimemente accettata dalla scienza, e probabilmente ci vorranno ancora molti anni di studi prima che gli esperti giungano ad un verdetto unanime, ma ti lascio alcune considerazioni personali che ho fatto e mi hanno portato a decidere di prendere alcune precauzioni (non di eliminare la tecnologia dalla mia vita):
- Vero che ci sono opinioni discordanti, ma che interessi ha chi mi sta dando l’una e chi mi sta dando l’altra? Chi ci guadagna dal darmi un certo consiglio, e chi invece non ha nessun interesse che io prenda una strada o l’altra? (e dunque probabilmente incentivato ad essere più sincero)…
- Guardando al passato, e vedendo che materiali come l’amianto sono stati considerati non dannosi per anni, è evidente che i risultati della scienza non sono immediati, e possono cambiare nel tempo…
- Infine, essendo un’area di ricerca ancora in evoluzione, molti esperti suggeriscono il principio di precauzione: dato che gli effetti a lungo termine dell’esposizione costante non sono ancora completamente compresi, ridurre l’esposizione è una scelta prudente; e sinceramente mi vedo d’accordo.
Qualora tra 20 anni dovesse risultare che questi campi artificialmente generati sono innocui, prendendo delle misure di precauzione e senza abbandonare l’uso della tecnologia, ho veramente perso qualcosa? (non penso).. se invece ignoro il tutto e tra 20 anni si scoprirà che sono realmente così pericolosi come alcuni sostengono, che conseguenze potrei avere dopo una così lunga esposizione?
In seguito a queste considerazioni, ho dunque deciso di fare delle variazioni al mio rapporto con la tecnologia, che di seguito elencherò in modo che il lettore possa prendere spunto se interessato.
Certo, ideale sarebbe che ognuno di noi avesse un lettore di campi elettromagnetici (di qualità, onde evitare di prendere precauzioni errate o dove non necessarie), e si mettesse a scannerizzare il proprio ambiente per rendersi conto delle fonti presenti e della loro entità (e lo consiglio fortemente – di seguito ho condiviso il modello che uso personalmente). Mi rendo conto però che non tutti sono pronti ad effettuare questo investimento, pertanto condividerò comunque le precauzioni da me presse in seguito alle misurazioni.
Sanare la Zona Notte:
La zona in cui dormiamo è la più importante di tutte in quanto il nostro corpo sta nello stesso posto per 6-9 ore ogni notte; è dunque fondamentale (se crediamo agli studi di cui prima) che non sia esposta a tali campi. Inoltre, durante il giorno siamo soggetti ad un fenomeno di “compensazione solare” che ci aiuta molto a sopportare i campi elettromagnetici (lo approfondirò in articoli futuri), che di notte non è presente.
Tornando a noi, per quanto riguarda i campi elettrici:
- ho spostato leggermente il letto per avere il corpo (e sopratutto la testa) distante almeno 30-40 cm dalle prese di corrente e interruttori;
- mentre dormo, non lascio nulla attaccato alle prese di corrente che siano a una distanza inferiore di 1 metro dal mio letto (nessuna lampada da lettura – va bene usarla, ma va staccata dalla presa prima di addormentarsi, nessun cellulare in carica, etc). 1 metro è una distanza che dalle mie misurazioni si è rivelata sufficiente ad abbattere la maggior parte dei campi generati da oggetti attaccati alle prese;
- Attenzione: avere la lampada da lettura attaccata a una presa a 3 metri da noi, ma mantenendo la lampada vicino a noi, non risolve il problema (idem per cellulari e altri dispositivi);
- nel caso decidessi di comprarmi un letto a rete motorizzata, dunque collegato alla corrente, mi rammenterei sul fatto che importante tenerlo staccato dalla corrente, tranne al bisogno (quando voglio alzare la testata per esempio, lo collego, la alzo, e poi stacco la presa).
Per quanto riguarda i campi elettromagnetici:
- ho sostituito il cellulare con una normale sveglia a batterie (che tengo tranquillamente vicino a me in quanto non collegata alla corrente);
- mi è successo di dover partire per un viaggio, e voler necessariamente usare anche il cellulare come seconda sveglia per sicurezza, ho però:
- messo il cellulare dalla parte opposta della stanza;
- ho spento il bluetooth;
- ho spento il wifi;
- ho spento i dati mobili;
- ho spento l’NFC;
- ho messo in modalità aereo;
- mi è successo di dover partire per un viaggio, e voler necessariamente usare anche il cellulare come seconda sveglia per sicurezza, ho però:
- avevo una radiosveglia collegata alla corrente che tengo volutamente dall’altra parte della stanza, ben distante da me;
- applico lo stesso principio di wifi, bluetooth, ecc spenti a qualunque dispositivo dovesse restare in camera finché dormo, anche se preferisco evitare di averli in camera;
- nonostante non abbia il router wifi in camera, ho sostituito il router con uno che ha un tasto “on-off”, e lo spengo tutte le sere prima di andare a dormire, per poi riaccenderlo la mattina (esistono anche soluzioni più smart con timer automatico).
Sanare la postazione di lavoro:
Dopo la zona notte, il secondo posto in cui la maggior parte di noi spendono la maggior quantità di tempo, è il luogo di lavoro.
Personalmente lavoro al computer, i miei consigli saranno dunque maggiormente indirizzati a lavori d’ufficio e studenti (in quanto non mi sono ancora cimentato nell’analisi di altri ambienti di lavoro), ma successivamente farò comunque qualche considerazione generale.
Inoltre, le casistiche variano molto da postazione a postazione, e se dovessi descrivere in dettaglio anche solo le modifiche fatte alla mia, ci vorrebbe veramente troppo, pertanto voglio sottolineare ancora una volta che l’approccio migliore è compare un lettore di campi elettromagnetici, ed effettuare i test per conto proprio (o affidarsi ad un esperto).
Campo elettrico:
- ho cambiato la presa di carica del mio computer da una senza messa a terra, ad una con messa a terra (personalmente lavoro con un Macbook pro 16”, che in dotazione ha una presa senza messa a terra, ma sul sito apple si trovano tranquillamente quelle con);
- inoltre, utilizzo un monitor secondario da 34″ dotato di messa a terra. Quando lo collego al Mac, anche se quest’ultimo è in carica tramite una presa senza messa a terra, il campo elettrico che rilevo è comunque vicino allo zero. Questo accade perché il cavo del monitor funge da messa a terra per l’intero sistema. Di conseguenza, se si utilizza un portatile senza messa a terra collegato a un monitor che ne è dotato, potrebbe non essere necessario cambiare il caricatore o creare una messa a terra dedicata;
- la scrivania (motorizzata) la tengo sempre staccata dalla presa, e la attacco solo al bisogno: ogni qualvolta che voglio alzare o abbassare la scrivania, attacco la presa, e non appena finisco la stacco;
- ho rimosso i led che avevo intorno alla scrivania (che erano sempre collegati alla corrente);
- ho spostato la posizione della multipresa (ciabatta – alla quale sono collegati computer, schermo, ecc) la quale prima tenevo nella sezione dedicata sotto la mia scrivania (a pochi centimetri dalle mie ginocchia), e ora invece tengo a circa 1 metro dalla stessa. Alla scrivania dunque arrivano solo i singoli cavi opportunamente raggruppati per non creare una ragnatela di fili.
Campo elettromagnetico:
- ho fatto passare un cavo ethernet via muro dal router wifi (che si trova in un altra stanza) alla stanza in cui lavoro, in modo da lavorare sempre con connessione internet via cavo e quasi mai in connessione wifi (se si adotta la soluzione powerlines invece, ci si ritrova poi con un problema di campo elettrico che va risolto con una messa a terra)
- ho eliminato mouse e tastiera wireless, e sono tornato al caro e vecchio filo (l’emissione non era altissima, ma ho voluto azzerarla)
- ho sostituito le cuffie Bluetooth (che ora uso di rado) con cuffie con filo (avere campi elettromagnetici che mi vanno da una parte all’altra del cervello, visto gli studi, non mi garba particolarmente);
- ove possibile, cerco di non usare nemmeno le cuffie con filo in quanto contengono magneti (discorso che approfondirò in un prossimo articolo)
- ho smesso di usare la mia cassa in modalità bluetooth e sono tornato ad usarla con cavo
Per coloro che fanno un lavoro diverso da quello da scrivania, le domande da porsi sono 2:
- lavoro a contatto con oggetti collegati alla corrente?
- lavoro collegato a dispostivi con tecnologia bluetooth, wifi o simili?
Come per il mio caso, la soluzione NON è abbandonare la tecnologia e tornare all’era della pietra, bensì avere le giuste accortezze.
Un esempio che spesso ho sotto gli occhi è quello delle commesse dei negozi che sempre più sono equipaggiate con cuffie e microfoni bluetooth per comunicare tra loro. Anche in questo caso, la soluzione può essere diversa dallo smettere di usare dispositivi per comunicare. A titolo esemplificativo, nei film vediamo spesso agenti speciali con un auricolare a forma di chiocciola (tecnologia “Air Tube”):
Probabilmente non si tratta di una scelta casuale in quanto sono auricolari che fanno si che gli EMF (campi elettromagnetici) prodotti dal dispositivo a cui sono collegati, non arrivino alle orecchie e quindi al cervello.
Questa è una soluzione ideale per chi per esempio suona una tastiera (pianola) collegata alla corrente, e usa gli auricolari.
Sarebbe ideale fare una messa a terra dedicata per la pianola, ma in mancanza di possibilità di farlo, usare questo tipo di auricolari fa in modo di abbattere il campo elettrico così che non arrivi con la sua massima potenza direttamente alle orecchie e quindi in prossimità del cervello, come potrebbe avvenire con auricolari classici.
Sono certo che si possa ragionare e adottare una cosa simile anche per altre applicazioni come quelle delle cassiere (a titolo di esempio).
Igiene elettromagnetica in casa e nella vita:
In casa e nella vita, al di là della zona notte, ci sono altre accortezze che possiamo avere:
Campo elettromagnetico:
- sarebbe ideale eliminare il wifi e cablare la casa, ma essendo una soluzione poco pratica per la maggior parte di noi, è bene notare come i valori emessi dal router si abbassano notevolmente con la distanza. È ideale dunque mettere il router il più lontano possibile da dove la famiglia spende la maggior parte del suo tempo (es. se si trova di fianco al divano o di fianco al computer di famiglia è sicuramente più nocivo che non in un angolo del salotto poco utilizzato, come nel caso di quello di casa mia per esempio). La soluzione migliore però, ove possibile, è metterlo in uno sgabuzzino/ripostiglio, e dunque separato da almeno un muro dalla zona in cui si passa la maggior parte del tempo. Questo abbatterà notevolmente i valori!
- quando in casa, tengo spenti i dati mobili e preferisco il wifi (se non mi è possibile connettermi via cavo): in generale, un cellulare si deve “sforzare” meno per raggiungere il segnale del router a pochi metri, rispetto a quello di un ripetitore a diversi km, e quindi tende ad emetter un campo elettromagnetico di entità inferiore!
- non uso quasi più auricolari e cuffie bluetooth, in quanto seppur hanno valori inferiori a molti dispositivi, sono adiacenti al cervello.
- quando esco, ove possibile, cerco di non sostare in prossimità di fonti di campi elettromagnetici (es. sotto un router wifi pubblico, a poca distanza da un’antenna della telefonia, in un luogo chiuso con decine se non centinaia di persone connesse mediante i propri cellulari, ecc).
- non uso il forno a microonde in quanto oltre ad avere un emissione super alta (estremamente più alta di quelle misurate in questo articolo) ci sono diversi ricercatori che evidenziano il fatto che il microonde rovina le proprietà biologiche del cibo
Campi elettrici:
- limito al minimo indispensabile l’utilizzo del cellulare mentre in carica;
- stacco gli elettrodomestici dalla presa quando ho smesso di usarli (e ove possibile, non ci sto troppo appresso finché collegati);
- in questo articolo non ho portato misurazioni di macchine elettriche ed ibride, ma anche queste hanno emissioni di questo tipo (che variano da modello a modello), e che hanno fatto stare poco bene diversi membri della mia famiglia e conoscenti;
- quando esco, se possibile, cerco di non sostare in prossimità di fonti di campi elettrici (es. macchine elettriche in carica, sotto le piramidi dell’alta tensione, ecc).
Per i più smanettoni, sappiate che è possibile creare messe a terra esterne per dispositivi con prese non dotate di messe a terra (come ho fatto per esempio per la tastiera di mio fratello). Perciò, SE SAPETE QUELLO CHE STATE FACENDO, potete abbattere molti campi elettrici senza dover necessariamente apportare le misure di cui sopra, ma semplicemente creando delle messe a terra.
Quando si mette le mani dove c’è la corrente però, è bene stare attenti indi e per cui cito questa possibilità a solo titolo esemplificativo, senza entrare nel merito di come fare, e non mi prendo alcuna responsabilità per eventuali conseguenze derivate da tentativi “ammiocuggino” del lettore!
Regalo al Lettore:
Per concludere, ci tengo a farti 3 regali che ti possano facilitare la fase di ricerca ed eventualmente cambiamento.
In particolare:
- ho preparato una traduzione riassuntiva degli studi fatti dagli esperti di bionitiative.org , che raccoglie tutti gli studi più rilevanti ed i relativi risultati con i valori di campo elettromagnetico critici al quale hanno notato l’inizio di sviluppo di problematiche quali infertilità, disturbi di personalità, cancro, ecc;
- Ho tradotto quella che a mio avviso è la miglior tabella con i valori soglia che utilizzo personalmente per capire se le rilevazioni che sto facendo sono entro livelli trascurabili, da tenere d’occhio, potenzialmente pericolosi o se assolutamente da evitare;
- All’interno di queste tabelle, ho inoltre condiviso il link a quello che, in seguito a diverse ricerche, ho trovato essere il miglior lettore di campi elettomagnetici in rapporto qualità prezzo (che non costasse un patrimonio e fosse sufficientemente accurato per gli scopi di questo articolo – cioè aumentare la nostra consapevolezza sul nostro ambiente).
Questi 3 Regali sono disponibili GRATUITAMENTE per tutti coloro che decideranno di iscriversi alla mia newsletter (gratuita), e intraprendere dunque insieme un percorso di kaizen (miglioramento continuo) in tema di benessere energetico, e non solo!
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Se sei arrivato fin qui, ti ringrazio per la fiducia riposta nelle mie parole che ti ha portato a leggere l’articolo per intero. Ti invito comunque a fare le tue ricerche e fidarti solo ed unicamente delle tue considerazioni personali (del resto, nessuno meglio di te sa valutare cosa fa bene al tuo corpo, e cosa no). Come ogni altro articolo di questo sito, è soggetto al disclaimer consultabile al link https://samuelomoregie.com/disclaimer/ , che invito caldamente a leggere prima di prendere qualunque iniziativa sulla base di quanto letto.
Un abbraccio,
Samuel
P.S. Non tutti i campi elettromagnetici sono nocivi: una grande mancanza che hanno i rilevatori elettronici è il fatto di non essere in grado di misurare la polarità di questi campi (positiva o negativa). Per fare ciò, servono strumenti quali l’antenna di lecher, che ci permettono di fare questa distinzione (e che saranno certamente argomento di prossimi articoli). Per ora però, il messaggio che voglio far passare è che ci sono anche casi in cui vengono proposti dispositivi che emettono campi elettromagnetici con scopi curativi, ed è possibile che lo facciano proprio grazie alla polarità emessa (e al tipo di frequenza).
Lo stesso pianeta terra emette dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici (altrimenti le bussole non funzionerebbero), e alcuni di essi sono particolarmente benefici per il nostro copro (”dormi con la testa a Nord” non è un consiglio infondato di una nonna pazza).
P.P.S. Imparare ad ascoltare di più il nostro corpo (e meno la mente, che come dice il nome stesso, a volte mente) è la chiave per iniziare a percepire queste presenze nel nostro ambiente, e renderci conto in autonomia se fanno male o bene. Del resto, il corpo lo sa, e spesse volte la malattia si sviluppa quando falliamo nell’ascoltarlo ripetutamente negli anni!
P.P.P.S. La mia vita non cambierà se deciderai di cambiare il tuo approccio alla tecnologia dopo aver letto questo articolo. La tua salute e il tuo benessere sono una tua responsabilità: fai le tue considerazione e prendi la decisone che reputi più opportuna.
Personalmente avrei potuto nascondere il lato pratico dietro un “muro a pagamento”, creando ad esempio una “guida alla soluzione pratica” da vendere, ma ritengo che sia fondamentale che queste informazioni siano alla portata di tutti. Detto ciò, quello che uno decide di fare con esse è una questione del tutto personale.
Fonti principali usate per quanto riportato in questo articolo:
https://www.isdenews.it/appello-degli-scienziati-per-la-sicurezza-elettromagnetica/
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:EM-spectrum.svg
https://www.youtube.com/@EMFExplorer
https://www.youtube.com/@achizeb/videos
https://www.youtube.com/@Drberg
https://www.youtube.com/@emfsafefamily6245